Decine di migliaia di residenti somali si sono riuniti mercoledì allo stadio Conis nella capitale somala per esprimere la loro rabbia per il recente accordo tra Etiopia e Somaliland relativo alle locazioni marittime e portuali.
Si ritiene che all’Etiopia sia stata concessa un’esclusiva sul mare per un periodo di 50 anni, il che ha sollevato preoccupazioni sulla sovranità della Somalia.
L’amministrazione regionale di Mogadiscio ha organizzato la manifestazione per consentire ai residenti di esprimere le loro preoccupazioni riguardo alla percepita invasione del territorio marittimo della Somalia.
Nella scena, i somali cantavano e tenevano striscioni preoccupati che il contratto di locazione avrebbe minato gli interessi nazionali della Somalia e messo in pericolo il loro sostentamento.
Secondo i manifestanti, il contratto di locazione potrebbe costituire un precedente per un ulteriore sfruttamento delle risorse in Somalia.
Molti altri, tra cui Hussein Gesey, hanno consigliato al governo etiope di cessare le sue violazioni e i suoi interventi.
“In primo luogo, diremmo all’Etiopia di fermare il suo intervento in Somalia. Sebbene la Somalia sia un paese sovrano con confini ben stabiliti e riconosciuti dalle Nazioni Unite, direi loro di comportarsi bene e di seguire le regole”. Gesey ha detto
In un discorso alle migliaia di manifestanti presenti alla manifestazione, Ahmed Moallim Fiqi, ministro degli Interni del governo federale somalo, ha affermato: “il governo federale ritiene inaccettabile che siamo ignorati da un primo ministro etiope che sminuisce il ruolo del nostro governo federale delegittimandolo. Questa è una violazione ed è inaccettabile.”
Mettendo in guardia sui pericoli dell’accordo, i relatori hanno anche invitato la folla a unirsi per difendere la sovranità della Somalia.
Durante la manifestazione, i partecipanti hanno parlato dei potenziali effetti a lungo termine dell’accordo, nonché della necessità di un fronte unito per combattere qualsiasi minaccia percepita alla libertà nazionale e alla stabilità economica che potrebbe essere posta dall’accordo in futuro.
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